L’Europa mira a dismettere le reti in rame entro il 2030, ma l’Italia è in ritardo. La transizione verso la fibra ottica richiede un’accelerazione immediata per rispettare gli obiettivi europei e garantire un significativo miglioramento della competitività nazionale.
Lo Switch-off delle reti in rame è uno degli obiettivi della UE. Mediante il Digital Connectivity Package pubblicato a febbraio dalla Commissione Europea, che comprende il white paper “How to master Europe’s digital infrastructure needs?”, viene posto l’obiettivo dello Switch-off delle reti in rame entro il 2028 per l’80% degli utenti UE ed entro il 2030 per il restante 20%. Questo obiettivo, almeno per l’Italia, sembra irraggiungibile a causa di ritardi infrastrutturali, limitata domanda di connettività avanzata e una scarsa consapevolezza dei benefici delle reti in fibra ottica.
Le tappe dello Switch-off delle reti in rame
A partire dal 25 maggio 2024, TIM ha avviato la dismissione delle prime 62 centrali in rame, parte di un piano più ampio che prevede la chiusura di oltre 6.700 centrali entro il 2028.
Di conseguenza, gli utenti che hanno ancora una connessione in ADSL vengono trasferiti almeno verso una FTTC. Questo però non soddisfa il piano europeo: con una FTTC rimane l’ultimo tratto, tra il cabinet e l’utenza, in rame. Lo scopo invece è portare gli utenti verso una FTTH, ovvero una connessione in fibra fino a casa o all’azienda.
Lo studio di I-Com
Il recente studio di I-Com, chiamato “Obiettivo Italia connessa”, ha evidenziato come tra giugno 2018 e giugno 2024, il panorama tecnologico degli accessi diretti alla rete fissa in Italia ha subito importanti cambiamenti.
- Le connessioni interamente in rame hanno registrato una drastica riduzione del 49,5%.
- Le connessioni in FTTH sono passate dal 3,4% al 25,8%.
- Le connessioni Fixed Wireless Access (FWA) sono aumentate dal 5,5% all’11,1%.
- Dal 2022, anche le connessioni in tecnologia FTTC hanno subito una flessione del 4,1%, indicando un graduale passaggio verso soluzioni completamente in fibra.
Nonostante questa evoluzione, le connessioni in rame rappresentano ancora il 15,8% del totale, su un numero complessivo di accessi che rimane stabile, evidenziando una domanda che non si è ridotta proporzionalmente alla modernizzazione tecnologica.
Quando avverrà il completo Switch-off delle reti in rame?
Secondo lo studio di I-Com, al ritmo attuale, l’obiettivo dello Switch-off delle reti in rame non avverrà prima del 2036. Stiamo parlando di dieci anni oltre il target europeo. Siamo quindi ben lontani dagli scopi di Bruxelles.
In Italia, paradossalmente, soffriamo di una copertura in FTTH ben superiore alla effettiva connettività richiesta dagli utenti. Sebbene gli operatori propongano tale soluzione senza costi aggiuntivi rispetto a un contratto misto fibra-rame, la mancanza di conoscenza non incentiva le persone a passare a una connettività superiore. Per quanto riguarda la richiesta di connettività FTTH, l’Italia è al 34° posto tra i Paesi OCSE con soli 7,4 abbonamenti ogni 100 abitanti.
Questo ovviamente non esula il nostro Paese dal realizzare un completo Switch-off delle reti in rame.

Il confronto con gli altri Paesi
Nel confronto con gli altri Paesi europei, troviamo l’Italia ferma al 59% per quanto riguarda la copertura della banda ultralarga, ben al di sotto della media europea del 79%.
Per banda ultralarga si intende una velocità di connessione effettiva in download di almeno 30 Mbit/s, un requisito fondamentale per garantire la fruizione di servizi digitali avanzati e sostenere la competitività economica in un contesto sempre più digitale.
Anche per la connettività FTTH l’andamento non è diverso: la media europea è del 64%, mentre l’Italia si posiziona sotto il 59%.
La fibra ottica è green
Tra i benefici derivati da una connettività in fibra ottica troviamo il risparmio energetico. Ad esempio, una connessione in fibra consuma solo 2Wh, contro i circa 10Wh di una rete in rame, rappresentando una riduzione dei consumi dell’80%. Le reti in fibra ottica non richiedono una costante erogazione di energia elettrica poiché sono composte da elementi passivi.
Le reti ad alta velocità sono inoltre un fattore di inclusione sociale e fondamentali per la competitività delle imprese. Alla luce di questi risultati è evidente che è necessario accelerare lo Switch-off delle reti in rame, stimolando al contempo la domanda.
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