Il 2024 verrà ricordato anche per i numerosi disservizi a connessioni strategiche in ambito internazionale. Il down di sistemi di pagamento, delle compagnie telefoniche e dei social network ha fatto notizia anche al di fuori degli addetti ai lavori. Coinvolti milioni di utenti e transazioni finanziarie.
Siamo abituati ormai a essere sempre connessi e ci aspettiamo che i servizi che vogliamo utilizzare lo siano altrettanto, permettendoci di svolgere le azioni che desideriamo, in ogni momento. Che sia per svago, per lavoro o per utilità, l’indisponibilità di un servizio può causarci importanti problemi.
Ci viene spesso detto che la rete è resiliente; eppure, nell’ultimo anno, si sono verificati disservizi significativi, talvolta in grado di mettere a rischio anche la sicurezza delle nazioni.
Internet è fragile?
Quando svolgiamo una qualsiasi attività connessi a internet, non ci preoccupiamo molto di ciò che avviene dietro le quinte del nostro smartphone, computer e tutti gli apparati connessi. E giustamente, non abbiamo bisogno di saperlo se non siamo addetti ai lavori.
Di norma, sappiamo che tutto funziona, eppure non sempre è così. Tra attacchi hacker, terroristici ed errori umani abbiamo scoperto che la rete internet è fragile in determinate situazioni. Vediamo alcuni esempi significativi e altamente impattanti:
Il disastro di CrowdStrike
Era il 19 luglio quando aeroporti, compagnie aeree, servizi di emergenza, emittenti televisive e aziende in tutto il mondo hanno visto i loro computer andare in crash, rivelando la schermata blu chiamata in gergo BSOD (Blue Screen of Death).
Improvvisamente, non hanno potuto erogare i loro servizi, e il riavvio dei sistemi non risolveva il problema. Numerosi aeroporti, ad esempio, hanno subito importanti ritardi sui voli. Sono stati coinvolti 8,5 milioni di dispositivi Windows in meno di due ore.
Può sembrare paradossale ma tutto è avvenuto a causa di un aggiornamento applicato da CrowdStrike, senza essere stato prima testato su macchine di prova. Crowdstrike, è un’azienda statunitense di tecnologia per la sicurezza informatica che fornisce servizi e sistemi di protezione e cybersicurezza cloud e servizi di contrasto agli attacchi informatici. Quindi non certo gli ultimi arrivati.
Questa mancanza però ha causato un malfunzionamento a livello del kernel di Windows, impedendo il riavvio dei sistemi, che continuavano a bloccarsi. Nonostante non si sia trattato di un attacco informatico, il guasto ha evidenziato la vulnerabilità delle infrastrutture digitali e l’importanza di procedure rigorose per il rilascio degli aggiornamenti software.
Questo evento ha messo in luce quanto sia fondamentale garantire la continuità operativa dei sistemi critici in un mondo sempre più dipendente dalla tecnologia. Non è internet in questo caso ad essere fragile ma chi si adopera per farla funzionare.
La galassia Facebook & co
I social non sono nuovi a problemi di raggiungibilità, ma il più grande disservizio ha coinvolto Facebook che ci ha fatto capire quando la rete internet possa essere fragile.
Il 5 marzo, infatti, il celebre social network ha subito un’interruzione che ha coinvolto 11,1 milioni di utenti, oltre a 3,3 milioni su Instagram e 760.000 su Messenger. Certo, rispetto ai 3,65 miliardi di utenti registrati, può sembrare poca cosa. Tuttavia, il problema ha fatto notizia. Anche se, forse, qualche ora senza social network non ci fa male.
Si trancia una fibra e i pagamenti si bloccano
Ben più grave si è rivelato il blocco dei pagamenti elettronici causati da lavori stradali che hanno tranciato una fibra ottica.
L’evento è avvenuto in Svizzera, con ripercussioni sul nostro Paese, mentre si svolgevano lavori stradali su tubature del gas. A farne le spese la Worldline che fornisce accesso ai sistemi interbancari e ha mandato in tilt il circuito Nexi, Bancomat oltre che Mastercard e Visa.
La cosa assurda è che, da una prima analisi, la linea principale e quella di backup fossero affiancate, causando l’interruzione di entrambi i flussi.
Ora, gli addetti ai lavori dovrebbero sapere che mai e poi mai due flussi di dati per lo stesso operatore, così strategico, dovrebbero viaggiare insieme.
In caso di aziende importanti, o infrastrutture strategiche, è bene sempre avere più flussi dati da fornitori diversi e che seguano esternamente e internamente percorsi differenti. Sembra che l’affiancamento sia stato per un breve tratto e, ironia della sorte, è proprio dove è successo il guaio. Si potrebbe pensare: Solo una coincidenza?
Tra l’altro, questa “leggerezza” è avvenuta il giorno del black friday e ha fatto saltare transazioni per centinaia di milioni di euro. Confesercenti valuta in 100 milioni i danni subiti dai piccoli esercenti, figuriamoci le grandi catene.
I cavi sottomarini sotto attacco
Le guerre che da tempo affliggono il pianeta hanno anche un risvolto inaspettato. In diverse aree del globo sono stati sabotati cavi sottomarini, con sospetti che coinvolgono nazioni come Cina e Russia e gruppi militari attivi nel Mar Rosso. L’inizio del 2025 non sembra diverso. Infatti, la NATO sta schierando navi e aerei nel mar Baltico per difendere i cavi sottomarini.
Per fortuna la rete è ridondante e quindi per gli utenti comuni di solito non ci sono particolari disservizi se non alcuni sporadici rallentamenti. Di norma, non ci si accorge di nulla anche se il problema rimane grave.
La rete delle Telco è fragile?
Anche le compagnie telefoniche non sono state da meno. Nel corso dell’anno si sono verificati disservizi importanti.
Tra le più recenti, possiamo citare quelli di Tim a ottobre e Iliad a dicembre.
Tim ha registrato problemi in diverse regioni italiane, causando l’impossibilità di effettuare chiamate e navigare su Internet. Il malfunzionamento ha colpito principalmente il Nord Italia, con segnalazioni da Milano, Torino e Genova. Sebbene l’operatore abbia comunicato che il problema era stato risolto entro poche ore, molti utenti hanno lamentato disagi prolungati.
Il 3 dicembre, gli utenti di Iliad hanno segnalato difficoltà nell’accesso a Internet e nelle chiamate, sia su rete mobile che fissa. Le segnalazioni, raccolte dal sito Downdetector, hanno superato quota 5.000, con picchi in città come Bologna, Firenze, Roma e Milano.
Per concludere
Potremmo parlarne ancora a lungo, ma, in sintesi, possiamo dire che disservizi rilevanti hanno coinvolto, a livello globale, anche AT&T, Verizon, PlayStation Network, Xbox Store, PayPal, Microsoft e molti altri.
Questi episodi sottolineano l’urgenza di migliorare la sicurezza. Individuare e sfruttare vulnerabilità, come quelle delle fibre parallele, potrebbe permettere a soggetti ben organizzati di mettere in ginocchio interi Paesi. Non possiamo permetterci di sottovalutare questi rischi. Se internet è fragile, la colpa è solo nostra.