Il cloud italiano, nonostante il periodo di incertezza, è il primo driver di crescita nel settore ICT del nostro Paese. Sempre più dati e applicativi risiedono in un’infrastruttura cloud. Sempre meno dati e applicativi sono ospitati sui server aziendali in house
Il mercato ICT è in continua crescita e si stima che arriverà a 82,7 miliardi con un aumento medio del 3% annuo. Il cloud rappresenta il primo driver di incremento nonostante un contesto generale sfavorevole dovuto al costo delle materie prime, dell’energia, della reperibilità di materiali e della guerra in Ucraina.
Il mercato italiano dell’ICT
L’ICT è uno di quei settori che a partire dalla pandemia è soggetto a maggiore crescita. La consapevolezza dell’importanza delle tecnologie dell’informazione e comunicazione ha portato tutti i settori ad avviare considerevoli investimenti in questo campo. Il cloud rappresenta il driver di maggior crescita con un incremento di spesa del 22% per il 2023 in Italia.
Come sappiamo, il mondo del lavoro non solo è sempre di più digitale ma dematerializzato. Sono numerosissimi i prodotti che si sono trasformati in servizi e questi servizi sono di fatto erogati in cloud.
Il lavoro da remoto è diventato una prassi comune. Attenzione, per lavoro da remoto non significa solo non andare in ufficio ma anche poter eseguire determinate mansioni senza essere necessariamente sul luogo di lavoro. Infatti, sono numerosissime le persone che hanno bisogno di interagire con gli applicativi aziendali anche quando non sono in sede. Basti solo pensare alle figure commerciali e tecniche spesso impegnate sul territorio.
Per far funzionare tutto questo le aziende hanno dovuto alzare i budget dedicati al settore ICT, per non parlare poi di tutta l’attenzione dedicata alla sicurezza informatica. La cybersecurity è diventata una delle principali preoccupazioni dei decisori aziendali.
Quindi, nonostante il periodo che vede un contesto economico generale non facile, il mercato delle infrastrutture è stimato crescere del 7,5% e quello del software del 9,3%. I servizi IT cresceranno invece del 5,4%
Cresce il ruolo del cloud italiano
Il modo di lavorare sta cambiando profondamente ed il cloud sta diventando il principale mezzo usato, anche quando si è in ufficio. Infatti, sono sempre di più gli applicativi che vengono utilizzati attraverso un normale browser che non sono più residenti nei personal computer o nei server aziendali ma da qualche altra parte al di fuori dell’organizzazione.
Il cloud italiano si stima che genererà ricavi per 6 miliardi nel 2023 dei quali 2,4 miliardi derivati dal comparto SaaS (Software-as-a-Service). Il tasso medio di crescita fino al 2027 è stimato essere del 17,8%.
Nasce il polo strategico nazionale
Da questa tendenza non può certo rimanere fuori la pubblica amministrazione. Sempre più noi cittadini accediamo a sistemi della PA attraverso internet ed anche gli addetti dei ministeri interagiscono sempre più con sistemi IT, anche da remoto. Per questo si è sentita la necessità di creare un polo strategico per ospitare i datacenter dove migrare le piattaforme software delle vaie PA.
Il cloud italiano quindi è anche quello dell’amministrazione statale ed è un importante capitolo del PNRR. Le amministrazioni pubbliche dovranno quindi migrare i propri sistemi all’interno del polo strategico. Esso, è una infrastruttura cloud estremamente affidabile e che ospiterà i dati e i servizi, critici e strategici, delle pubbliche amministrazioni italiane.
Cloud italiano e PMI
Il settore delle PMI, vero fulcro della crescita del nostro Paese sta sempre più facendo uso di sistemi cloud erogati dai vari fornitori italiani ed internazionali. Certo, nonostante la richiesta di sovranità digitale, non si può negare che certi applicativi esteri siano difficilmente sostituibili con qualcosa di nostrano. Il ritardo accumulato è difficilmente colmabile nel breve e medio tempo.
Però, tutte le risorse aziendali possono essere spostate su un cloud italiano come quello di Vianova. Uno dei grandi vantaggi è che i dati rimangono sul territorio nazionale e quindi perfettamente rispondenti alle normative GDPR. Al momento in cui scriviamo si sta instaurando il sospetto che anche il prestigioso Office 365 non sia adeguato alla normativa europea perché alcuni dati vengono spediti alla casa madre statunitense.
Per questo, la scelta di ospitare dati e applicativi nel territorio nazionale può risultare vincente anche in riferimento alla velocità per reperire i dati. Per quanto internet sia veloce il far percorrere meno strada digitale ai bit ha i suoi vantaggi.
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