Il 5G, la nuova tecnologia di trasmissione che le Telco stanno implementando ci serve davvero? Nella forma che ci stanno proponendo oppure la sua vera utilità sta altrove? Quanto è pompato dal marketing e quanto c’è vera sostanza? Cerchiamo di capire il 5G ed il suo futuro.
Il 5g è la quinta generazione della tecnologia di trasmissione del segnale cellulare e i suoi punti di forza sono:
- Flessibilità
- Latenza ridotta
- Incremento della velocità.
È una tecnologia che, a differenza delle precedenti, è virtualizzata, basata sul software e che sfrutta il cloud. È in grado si fruttare l’open roaming permettendo di rimanere connessi quando si passa da una connessione esterna ad una Wi-Fi interna.
Le antenne 5G hanno la caratteristica di non diffondere il segnale ad ampio raggio, sia in presenza di utenti che non, ma di connettere gli apparati all’antenna con un flusso di dati punto-punto. Questo permette di poter connettere un numero estremamente più alto di apparati. Inoltre, l’antenna in assenza di dispositivi da connettere si mette in una sorta di stand by. Non da ultimo, consuma meno energia a parità di bit trasmessi.
La pubblicità del 5G
Le Telco hanno investito 6,5 miliardi di euro per acquisire le licenze del 5G. A questo si debbono aggiungere gli investimenti per implementare la tecnologia.
È logico aspettarsi la necessità di iniziare a rientrare dei costi. Quindi il marketing si concentra su alcuni aspetti, in primis la velocità e la bassa latenza. Ad esempio, si cita il fatto di scaricare un film in pochi secondi. La domanda però è: Chi ha bisogno di scaricare un film su uno smartphone nell’epoca dello streaming? Per quello anche il 4G funziona egregiamente, non penso interessi a nessuno aspettare qualche millisecondo in più prima che lo streaming inizi. Da tener presente che abilitare il 5G comporta un costo di abbonamento superiore per alcuni gestori.
Un possibile vantaggio ottenibile con il 5G lo si può ottenere con i giochi on line. In quel caso un giocatore professionista potrebbe ravvisare un vantaggio prestazionale. Ad esempio, in un gioco, se siamo in due a sparare il giocatore con più bassa latenza sparerà per primo, anche se l’azione fisica è in contemporanea. Ma quanti sono i giocatori professionisti? Tutto questo, nella speranza che il resto della rete, e non il solo accesso, sia opportunamente dimensionata e senza colli di bottiglia. Cosa non del tutto scontata.
Ambiti di applicazione veri e presunti
Uno degli ambiti di applicazione più probabili sembra essere quello relativo alle smart city. La tecnologia 5G non si limita all’installazione di antenne sulle classiche SRB (Stazioni Radio Base). Per diffondere capillarmente il segnale sono necessarie mini antenne collocate nelle aree urbane. Ma poi, siamo sicuri che sia veramente utile una diminuzione di alcuni millisecondi per controllare un semaforo?
Può essere utile per le auto a guida autonoma, che comunque dovrà passare diverso tempo prima di vederle abitualmente circolare nelle città. L’Italia poi con le innumerevole vie storiche non è certo il posto ideale.
In ambito medico, si parla di ambulanze che possono trasmettere dati all’ospedale prima di arrivare. In questo caso però non parliamo di un EEG o un ECG che hanno bisogno di pochi Kilobyte di dati. Parliamo di una risonanza magnetica o una tac che necessitano di parecchi gigabyte. Esistono al momento ambulanze così attrezzate?
Anche le telecamere ad altissima risoluzione possono godere di questa tecnologia. Teniamo presente però che esse hanno bisogno di 40-50 Megabit/sec per l’alta definizione, cosa che una normale rete fissa in fibra ottica supporta tranquillamente. Abbiamo notizia di telecamere sul territorio connesse direttamente in fibra ottica?
Gli apparati IOT di casa funzionano già bene con le normali reti Wi-Fi che abbiamo e non disponiamo di una densità di dispositivi tale da giustificare la necessità delle caratteristiche di una rete 5G.
A cosa serve allora la tecnologia 5G?
Uno degli ambiti in cui può trovare applicazione è quello dell’IOT a livello industriale. Qui, i sensori necessari possono essere migliaia e in questo caso la tecnologia 5G può essere utile. Infatti, possiamo connettere fino a 1 milione di apparati per kmq contro i 50mila delle tecnologie attuali. Solo questo?
Si può pensare a questo punto che il 5G di fatto non serva. Invece no. Una tecnologia più performate, anzi dirompente dal punto di vista prestazionale come questa, deve anticipare le esigenze ed i campi di applicazione, non rincorrerli.
Il 5g servirà ed anche molto. Una tecnologia abilitante permette poi di costruirci sopra servizi che veramente sono possibili e performanti solo grazie ad essa. Mi viene in mente l’invenzione del raggio laser. Non è stata perseguita con uno scopo preciso ma, come ben sappiamo, ha poi trovato migliaia di campi di applicazione.
Il futuro della tecnologia 5G
Al momento, solo un ristretto uso nel settore business e IOT industriale può trarne un immediato vantaggio. Per il consumatore invece reali vantaggi, al momento, non ci sono. Insomma, non vedere l’ora che appaia il segnale 5G sullo smartphone non è necessario.
C’è anche da aggiungere che in questo momento il segnale 5G è molto azzoppato. Infatti, la rete 5G non è autonoma. Il core network utilizzato è quello del 4G sottostante per cui a parte il maggior numero di frequenze a disposizione e la possibilità di combinare il flusso di dati del 5G con quello del 4G, beneficiando di una velocità di connessione e capacità superiori, non c’è molto altro.
Nel futuro, avremo migliaia di piccole antenne posizionate alle basi degli edifici, collegate in fibra ottica, che potranno gestire in contemporanea migliaia di apparati. Di fatto, ogni antenna gestirà un numero basso di utenti, mentre ora ognuna di esse deve coprire un raggio di centinaia di metri in ambito urbano. Fuori dai centri urbani si tratta anche di chilometri. Quando la rete diventerà stand-alone allora veramente le cose potranno cambiare significativamente. Ci sarà un fiorire di reali apparati che beneficeranno di questo nuovo standard.
La tecnologia 5G servirà in futuro e anche molto, nel mondo industriale soprattutto ma non è certo una priorità per il nostro smartphone.
PS
Sono già in corso i test per il 6G!