L’Italia avanza nella connettività Questa è una buona notizia ma non è tutto oro. Infatti, alla cronica mancanza di competenze professionali si aggiunge la scarsa abilità digitale delle persone, che rischia di compromettere lo sviluppo della società dell’informazione in Italia.
L’Italia avanza nella connettività, è quello che certifica l’indice DESI incaricato di misurare la digitalizzazione della società e dell’economia. È un buon segnale, anche se ci sono ancora dei passi da fare e soprattutto è fondamentale aumentare le competenze.
L’indice DESI
DESI è l’acronimo di Digital Economy and Society Index. Nel 2014 la Commissione Europea inserisce questo strumento specifico per poter misurare i progressi in termini di digitalizzazione dei Paesi europei. Misurazione della società e dell’economia con lo scopo di convergere verso un unico mercato digitale.
La connettività in Italia
L’Italia avanza di 2 posizioni nell’indice europeo. Ora ci troviamo al 18mo posto rispetto al 20mo del 2021. Gli stati dell’Unione Europea sono 27, quindi bene ma non benissimo. In generale, si assiste ad un incremento in tutta l’Unione dove i Paesi più arretrati sono quelli che stanno avanzando più velocemente per superare il gap rispetto ai primi in classifica.
L’Italia, assieme alla Polonia e alla Grecia, sono quelli che hanno fatto registrare miglioramenti più sensibili. L’integrazione delle tecnologie digitali, assieme alla connettività ,sono le aree in cui siamo forti. Purtroppo, i nostri lati deboli sono i servizi pubblici digitali ma soprattutto una cronica mancanza di competenze.
Le competenze
Su questo aspetto l’indice DESI riporta una costante diminuzione del gap rispetto agli altri Paesi dell’Unione per quanto riguarda le competenze digitali di base. Il lato dolente è che più della metà dei nostri connazionali non dispone ancora delle nozioni minime in ambito digitale. Questo rappresenta un serio problema che rischia di compromettere lo sviluppo della società dell’informazione in Italia.
Per quanto riguarda i professionisti del settore la situazione non è migliore. Infatti, la percentuale di questa forza lavoro è inferiore rispetto alla media UE. Ciò è anche dovuto alla bassa frequentazione di istituti tecnici e università nel settore ict. In questa specifica classifica siamo addirittura quartultimi. Dietro di noi solo Polonia, Bulgaria e Romania. Una situazione molto grave per chi è la terza economia dell’Unione.
Le nostre PMI
Per quanto riguarda il settore delle piccole e media imprese italiane il 60% ha raggiunto almeno un livello base di digitalizzazione. È in crescita l’utilizzo di servizi cloud che ha registrato un incremento non trascurabile.
Per quanto riguarda quelle tecnologie sempre più fondamentali per la crescita delle PMI, come intelligenza artificiale e big data, siamo invece ancora ad un livello di adozione molto limitato.
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